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Sacred Forest

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Delle foreste casentinesi è già stato detto tutto e non si può che ribadire che sono luoghi magici.
 

Oggi il vento era fortissimo, sul crinale il legno schioccava come quando i cervi correndo nel fitto sbattono le corna tra i rami, oggi c'erano ombre veloci di nuvole e un rumoroso silenzio ventoso.

Tracce di zampe di lupo nella neve fresca, sassi di muschio, pietre di fango e foglie, foglie, un mare di foglie, in attesa di essere asciugate e fatte volare via.

Oggi tutte le stagioni erano qua sù !
 

Siamo partiti accompagnati dall'Inverno mentre il vento ci seguiva a gelida distanza a volte intrappolato tra le cime più esposte.
Neve, fango, erba, muschio, sassi, rami secchi, raggi di sole, folate di vento, ancora vento, altro vento, nuvole che sembrano nebbia e poi d'improvviso tutto si ferma, si asciuga e diventa quasi Estate.

 

È questa la magia delle foreste casentinesi, andateci

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Boschi di fate, gnomi e folletti.
Sacred forest !

Le faggete spesso sembrano boschi disegnati dalla mano di un pittore, la cadenza quasi regolare tra un albero e l'altro, il terreno libero da vegetazione  protetto da un letto di foglie che ovattano i rumori.

Tronchi lisci come chiare colonne s'innalzano con un portamento regolare, le cui fronde lasciano filtrare solo una fievole luce.

 

Silenziosamente immersi in questa penombra, avvolti da un alto colonnato d'alberi regolari e chiari, non si può che restare stupefatti di questa naturale perfezione che oscilla tra il poetico ed il geometrico

Silenziosamente immersi in questa penombra, avvolti da un alto colonnato d'alberi regolari 

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